Gli italiani non leggono la poesia. La considerano difficile, noiosa, superata. Appena qualcuno gliene parla assumono un’espressione di indifferenza o provano quel senso di costrizione sviluppato al tempo degli studi. Non sanno cosa si perdono. Non sanno che la poesia è volo dell’anima e del corpo, è pienezza della vita. Se avessero la pazienza di leggere non solo con gli occhi, ma di entrare nelle parole, di afferrarne la complessità, potrebbero godere di infinite meraviglie.
Oggi, nella Giornata mondiale della poesia, voglio ricordare uno dei poeti più grandi d’Italia: Sandro Penna. Di lui non si parla più e per acquistare le raccolte delle sue poesie bisogna affidarsi alle librerie antiquarie o d’occasione. A chi non legge poesia, consiglio di iniziare da lui. Con pochi tratti Penna dischiude il suo mondo e ci consegna il dono della poesia, che è sempre un oscillare tra la bellezza della vita e il dolore del mondo.
Amavo ogni cosa del mondo
“Amavo ogni cosa del mondo. E non avevo
che il mio bianco taccuino sotto il sole”