Dialoghi da una libreria antiquaria romana /4

“Ammazza che callo che fa, se schiatta!”. “Da morì, è arrivato tutto insieme”. “E’ pure metà giugno però, dai”. “Eh ma ‘na volta a Roma, tipo nell’Ottocento, il caldo arrivava a luglio”. “Ma che ne sai te?”. “L’ha scritto Stendhal”. “E te ci credi? Non lo sai che a Stendhal gli piaceva scrive fregandosene della verità?”. “Aò, non me toccà Stendhal. Uomo sublime!”. “Sì, sarà pure sublime ma è uno di cui non ci si può fidare ciecamente. Comunque che ha scritto?”. “Aspè mo te leggo…ecco…’1834, clima di Roma. Calore da non dormire dall’8 luglio al 10 settembre. Scirocco dal 20 al 24, troppo caldo’. Quindi il caldo arrivava a luglio”. “Ma dove l’ha scritta sta cosa?”. “Dentro un saggio su Shakespeare, a lui je piaceva scrive sui libri”. “Passamelo un attimo…ma hai letto cosa dice qualche pagina dopo?”. “No, che dice?”. “Vi sono delle oziosità che si dicono per brillare. Non c’è nulla nella vita che vada presa sul serio”.

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