Wislawa Szymborska ci insegna il valore dell’ironia

di Alessandro Melia

Non prenderci troppo sul serio. Sorridere, emozionarci, prestare attenzione alle piccole cose quotidiane come bere un caffè, leggere un libro, fare una passeggiata. Potrebbero essere questi i migliori propositi per il 2014. A ricordarcelo è un libro (con dvd) uscito da poco: ‘La vita a volte è sopportabile – ritratto ironico di Wislawa Szymborska’ (Edizioni Casagrande). La poetessa polacca, premio Nobel nel 1996, ci insegna ad osservare i dettagli che ci sfuggono e che rendono la nostra vita sopportabile. Il documentario mostra alcuni viaggi della Szymborksa in giro per l’Europa: dalla Sicilia ad Amsterdam, dall’Irlanda a Cracovia, sua città natale. L’obiettivo è quello di tracciare un profilo della protagonista attraverso le sue parole e quelle di suoi estimatori, personaggi del calibro di Umberto Eco, Woody Allen, Vaclav Havel e Jane Goodall. E’ stupefacente vedere con quanta curiosità e allegria Szymborska affrontasse la vita. Le piacevano gli scherzi e le battute, aveva una vera e propria passione per il bricolage e le filastrocche. Da questo ritratto si capisce lo stretto legame della sua poesia con la vita quotidiana. Woody Allen diceva di lei: “Mi si crede un uomo allegro e ironico, ma la sua ironia è infinitamente più grande della mia. Szymborska sa essere divertente e seria allo stesso tempo. Riesce a cogliere il dolore e la tristezza dell’esistenza senza però perdere per questo il fascino per la vita”. Il libro, invece, raccoglie alcune testimonianze di scrittori (tra i quali Roberto Saviano) e poeti che hanno conosciuto Szymborska e i ricordi di viaggio della regista del film, Katarzyna Kolenda-Zaleska. In apertura anche il celebre discorso tenuto in occasione del premio Nobel. Prima della sua morte, avvenuta il 1 febbraio 2012, Szymborska diede disposizioni perchè fosse creata una Fondazione a suo nome che istituisse anche un premio letterario per il miglior secondo libro di un autore. “A scrivere un buon libro sono capaci tutti- diceva– è con il successivo che viene il difficile!”.

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