Dialoghi da una libreria antiquaria romana /6

“Aò, che è quella faccia?”. “Lascia sta, m’hanno appena rubato un libro”. “Ma che davero? E chi è stato?”. “E’ quello er problema…”. “Cioè?”. “Un cliente storico, uno che viene da vent’anni, un magistrato in pensione”. “E che s’è rubato?”. “Un volume da duemila euro”. “Hai capito er magistrato”. “Da me non l’aveva mai fatto, ma in altre librerie lo conoscono, non so se me spiego…”. “Ah, pure!”. “Lo hanno soprannominato Guglielmo”. “Guglielmo?”. “Sì, come Guglielmo Libri, quel matematico che nel 1848 in Francia si rubò migliaia di libri dalle biblioteche pubbliche e fu costretto a scappare in Inghilterra. Lui negò sempre i furti, ma quando morì gli ritrovarono in casa oltre quarantamila manoscritti rarissimi”. “Che roba!”. “Furbo Guglielmo eh?”. “Sì, però lo sai mejo de me che uno se può rubà tutti i libri del monno, ma non riuscirà mai a leggerli prima de morì”. “Già. Coi libri si esce comunque sconfitti…”.

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